Overfishing

La pesca industriale ha gravi impatti su specie, habitat ed ecosistemi. Gran parte delle risorse di pesca è in serio declino, un terzo di esse è collassato.
La pesca oggi è dominata da una gigantesca e moderna flotta da pesca con una capacità di pesca sufficiente a coprire 4 pianeti simili alla Terra. È di gran lunga superiore alla capacità dell’oceano di rinnovare il numero di pesci che consumiamo.
Quasi l’80% delle risorse di pesca mondiali sono già pienamente sfruttate, sovrasfruttate, impoverite o in stato di collasso. In tutto il mondo, il 90% degli stock di grandi pesci predatori, come squali, tonno, marlin e pesce spada, sono già scomparsi. Nel Mediterraneo e nel Mar Nero esistono dati sufficienti per valutare lo stato di saluto di 85 stock, e l’88% di questi sono sovrasfruttati.

Fishing down the food web

Oltre a causare un calo generale delle catture del pescato, lo sforzo eccessivo che caratterizza la pesca industriale ha portato a sbarchi sempre più consistenti di pesci sotto taglia, con l’effetto di impoverire le specie pescate, riducendo il numero di individui adulti e di predatori al vertice della catena alimentare.
Il fenomeno si ritorce su se stesso e fa si che si peschino pesci sempre più piccoli, mirando a specie di pesci appartenenti a livelli trofici progressivamente inferiori.

L’impatto sui delfini

L’estinzione ecologica causata dalla pesca indiscriminata precede tutti i disturbi antropici agli ecosistemi costieri.
La mancanza di cibo può essere uno dei più importanti regolatori delle dimensioni della popolazione negli animali.
Alcuni degli stock ittici del Mediterraneo che sono stati sovrasfruttati comprendono importanti specie di prede de
delfini.
Molti individui della popolazioni locale di tursiope sono emaciati, mostrano il profilo delle costole sporgente e/o il melone ridotto.

Il nostro contributo

Stiamo assistendo al declino delle specie e alla loro scomparsa a ritmi sempre crescenti. I problemi ambientali sono diventati così diffusi e le emergenze così comuni da non essere più percepite come un dramma.
L’Unione europea è il primo importatore mondiale di pesce e oltre il 50% delle importazioni proviene da paesi in via di sviluppo.

Oggi, ogni persona mangia in media 19,2 kg di pesce all’anno, circa il doppio rispetto a 50 anni fa. Il sushi si è trasformato da un metodo tradizionale di conservazione del pesce ad un mercato internazionale di fast food.
Senza dubbio preferiremmo che i nostri governi si occupassero di questioni ambientali ed etiche, piuttosto che dover affrontare noi stessi delle scelte difficili. Tuttavia i problemi possono essere risolti solo quando i singoli individui iniziano ad affrontarli personalmente. Cerchiamo di dare il nostro contributo, diminuiamo il consumo di pesce.