Traffico e Collisioni
Il Mar Mediterraneo è tra i più trafficati al mondo e il traffico marittimo è in continua crescita, insieme alla preoccupazione per i suoi potenziali impatti sulla fauna marina.
Il 30% di tutto il traffico marittimo internazionale passa per il bacino Mediterraneo e in ogni momento ci sono circa 2.000 navi mercantili di oltre 100 tonnellate che lo attraversano, per un totale di 200.000 navi ogni anno.
Il traffico commerciale rappresenta un rischio significativo per le specie che nuotano lentamente, in particolare per le specie di grandi dimensioni come balenottere comuni e i capodogli.
Negli incidenti sono coinvolti diversi tipi di navi (traghetti veloci, petroliere, o navi da carico). La dimensione e la velocità delle imbarcazioni sembra essere direttamente correlata alla gravità delle ferite sugli animali.
Il traffico navale intenso può avere un effetto diretto su diverse specie di cetacei (balenottera comune, tursiope, zifio) come lesioni, morte, stress, alterazioni comportamentali.
La densità delle navi può causare anche effetti cronici (ad esempio, cambiamenti nella distribuzione) che possono influenzare le popolazioni a lungo termine.
Sia il numero di navi che la velocità a cui le navi sono in grado di viaggiare sono in continuo aumento, e questo significa un maggior rischio di collisioni e ferite per i cetacei, in particolare dove le attività di navigazione si sovrappongono all’habitat critico di questi animali.
Agli animali che non vengono uccisi immediatamente, una collisione può provocare ferite orribili e gravi; traumi contundenti con conseguenti gravi lesioni interne, profonde cicatrici da elica, spine dorsali, code e pinne recise, sono solo alcune delle ferite registrate in animali vivi e spiaggiati che sono stati vittime di collisioni. Un cetaceo che ha subito una ferita grave da una collisione spesso soffre una morte lenta e dolorosa.
Alcune popolazioni sono più vulnerabili agli attacchi delle navi, in particolare quelle che si trovano vicino a zone costiere sviluppate o quelle che si trovano in gran numero in aree con grandi volumi di traffico marittimo.
Nella nostra area di studio, riconosciuta sia come Area Importante per i Mammiferi Marini (IMMA) che come Area Marina Protetta (AMP), è necessario imporre misure specifiche vista l’alta densità della specie.
Tali misure concrete dovrebbero includere la modifica delle rotte di navigazione e la riduzione della velocità.
Mentre le collisioni sono una nota causa di mortalità per i cetacei più grandi, non si sa molto sull’impatto di questo fenomeno sui cetacei di piccole dimensioni come i delfini.
Nel corso del tempo, il nostro studio ha confermato che le collisioni sono un rischio anche per i delfini. Diversi individui foto-identificati mostrano ferite riconducibili ad impatto con le eliche di motoscafi.
Gli individui giovani, come il piccolo di stenella striata nella foto, sono particolarmente a rischio.
Il traffico commerciale e passeggeri (traghetti, navi veloci e aliscafi) nel Golfo di Napoli e nelle vicine Isole Flegree (Ischia, Procida e Vivara) supera i 200000 viaggi/anno, e fino a 2000 imbarcazioni da diporto possono essere ormeggiate durante l’estate nei porti di Ischia.