Nell’ambito della 33° conferenza dell’European Cetacean Society, nella sezione “habitat use”, la nostra associazione ha presentato uno studio intitolato Habitat critici del tursiope nell’AMP Regno di Nettuno, Golfo di Napoli, Italia.
La conservazione delle specie richiede una chiara comprensione dell’uso dell’habitat. Il tursiope (Tursiops truncatus) è una specie costiera soggetta a varie minacce antropogeniche.
In questa ricerca, usiamo una combinazione di osservazioni comportamentali e analisi GIS per identificare i punti critici per i tursiopi intorno alle isole di Ischia e Procida. Le indagini hanno avuto luogo principalmente all’interno dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” che è organizzata in cinque zone con diversi livelli di protezione; una di queste, la zona D, è dedicata ai mammiferi marini. I dati sono stati raccolti dal 2004 al 2018 dall’Ischia Dolphin Project, un programma di ricerca a lungo termine sui cetacei.
Al fine di valutare l’uso dell’habitat, le coordinate GPS sono state prese ogni tre minuti durante gli avvistamenti e poi analizzate utilizzando QGIS Kernel Density Estimation e Hotspot analysis. Abbiamo condotto 1186 survey (58332 km). Durante il monitoraggio abbiamo incontrato 91 gruppi di tursiopi e trascorso 156 ore (877 km) in osservazioni dirette. Le mappe degli hotspot sono state create dall’analisi di 71 sequenze comportamentali > 40 min, con una durata media di 121 min (range 41-417).
Gli hotspot di alimentazione sono stati identificati a nord, a nord-ovest di Ischia e a nord-ovest di Procida; gli hotspot di socializzazione e di accoppiamento si intersecano parzialmente con quelli di alimentazione, ma quello a nord-ovest di Procida è più ampio; un hotspot di riposo è stato localizzato a nord-ovest di Procida. Gli habitat principali dei tursiopi sono solo in parte protetti dalla zonazione dell’Area Marina Protetta. Più specificamente, gli hotspot a NW di Procida, situati sulla rotta principale per Napoli, sono particolarmente esposti al disturbo del traffico commerciale e ricreativo. Politiche di conservazione all’avanguardia possono trarre vantaggio da queste informazioni spaziali per aumentare la salvaguardia delle specie protette. In particolare, l’AMP dovrebbe utilizzarle per rivedere e allargare i confini della zona D dedicata ai mammiferi marini